È ora di portare la sostenibilità negli studi
Le esperienze che ho raccolto in questi giorni parlando con i professionisti mi hanno confermato che, nella maggior parte dei casi, commercialisti e avvocati (tranne quelli che si occupano di contenzioso) stanno lavorando più di prima.
In parte perché, azzerati gli spostamenti, beneficiano del maggior tempo a disposizione per fare anche altro, in parte perché molti dei loro clienti hanno comprensibilmente bisogno di maggiore assistenza del solito.
Paradossalmente mai come in questo periodo i professionisti sono stati loro così vicini, assistendoli in modo tempestivo e continuativo e restituendo un significato vero allo stra-abusato slogan “il cliente al centro”.
A questo punto e a distanza di circa due mesi, è lecito chiedere: davvero vorreste tornare ad essere e lavorare come prima?
Io credo di no.
Tutti hanno cominciato a riflettere su una nuova idea di studio, analizzando tra gli altri e secondo le proprie esigenze:
- l’effettivo valore del lavoro “di prossimità” con i collaboratori,
- la reale necessità di continuare ad utilizzare -e come- gli spazi fisici dello studio,
- le dotazioni tecnologiche necessarie a consentire a tutti di operare anche fuori sede.
In totale antitesi con il nome che è stato scelto per questo periodo – lock-down – ha cominciato a prendere vita una vera e propria attività di ristrutturazione degli studi.
Innovare per innovare, trovo che questa sia l’occasione perfetta per fare un ragionamento sistemico e adottare un approccio orientato alla sostenibilità.
La Sostenibilità, infatti, nei suoi tre fattori ESG, -Environment, Social, Governance- è a mio avviso un modo attuale e allo stesso tempo innovativo per guardare e riorganizzare la propria realtà professionale rendendo intrinsecamente coerenti tutte le scelte che via via vengono operate e adottando un’ottica di lungo periodo che ha il mirabile vantaggio sia di affascinare i giovani talenti, sia di dare a chi si trova alla guida una ragione “di vita” molto più appagante di quella squisitamente economica.
Non solo. La Sostenibilità è oggi la risposta alla crescente richiesta di presa di coscienza e responsabilità da parte di tutti (individui e organizzazioni di qualsiasi genere) nei confronti di temi che non riguardano solo l’ambiente -come spesso purtroppo si crede- ma anche le persone con cui a vario titolo si lavora (altri professionisti, collaboratori, dipendenti, clienti, fornitori), il ruolo che ci si vuole attribuire rispetto al proprio contesto di riferimento e il sistema di governo -struttura e procedure- che si intende adottare.
Diversi sono i vantaggi che spingono a ragionare in quest’ottica.
La sostenibilità infatti è:
- un mezzo per ridurre una serie di costi o quantomeno per redistribuire in modo efficiente le risorse (tanto per fare un esempio penso ai risparmi generati dai minori spostamenti verso i clienti nei casi non strettamente necessari, all’adozione di filtri per purificare l’acqua e non acquistare più bottiglie in plastica, all’adozione di sistemi per archiviare digitalmente la documentazione, ecc.)
- un modo per essere ammessi a partecipare alle gare indette da imprese, istituzioni, enti pubblici che sempre più di frequente chiedono di dare prova del proprio impegno nei confronti dei temi della sostenibilità
- una via per rafforzare la propria reputazione e godere di un vantaggio competitivo che consente allo studio di posizionarsi in modo distintivo e diventare l’interlocutore di quelle realtà che stanno ragionando sulla loro catena di fornitura
- un criterio che sempre più spesso viene considerato dalle istituzioni finanziarie (e dagli investitori) quando si trovano a concedere linee di credito
- un modo per rafforzare i legami a livello valoriale, assicurandosi così un maggior grado di fedeltà, soddisfazione e condivisione di obiettivi e scopi tra tutti quanti operano in studio (penso ai provvedimenti di welfare, alle pari opportunità, ecc.)
- uno stimolo a rivedere i propri comportamenti e di conseguenza i rapporti con tutta la “filiera” operando anche delle scelte di riassortimento nell’ottica di costruire un sistema interamente sostenibile (penso per esempio ai fornitori di beni strumentali e al loro impegno nei confronti dell’ambiente, sia per tipologia di prodotto offerto, sia per aderenza ai parametri ESG)
- una modalità che impone di ragionare anche relativamente ai rischi che corre ciascuno studio e attrezzarsi per contenerne (se non annullarne) gli impatti evitando così di rallentare o addirittura bloccare del tutto le attività (penso per es al classico rischio di concentrazione delle attività chiave in capo ad una sola persona).
Credo davvero che questo forzato ripensamento sia una grande opportunità per restituire un valore positivo all’attività di studio e che valga il più possibile la pena di impostarla pensando anche alla “eredità” che si vuole lasciare quando verrà il momento di passare il testimone.
Tutti i professionisti desiderano sentirsi protagonisti.
Oggi credo sia finalmente arrivato il tempo di non realizzare questo sogno per così dire vanamente, come sola espressione del proprio ego, quanto piuttosto in modo proficuo e attivo, imponendosi come veri agenti del cambiamento, ricordati un giorno come grandi persone, umanamente e professionalmente.
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| a cura di Giulia Picchi – Senior Partner Marketude
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