Saper creare una vision in studio: le regole della leadership in ambito legal
Il futuro sta arrivando più velocemente del previsto. Questo porta anche gli studi legali a doversi interrogare sui cambiamenti necessari per evitare di rimanere indietro. Molti concentrano l’attenzione sull’organizzazione di studio, altri sulla tecnologia, altri ancora sulla strutturazione del team. Tutto giusto e tutto utile. Va ricordato, però, che i veri cambiamenti, quelli duraturi, devono partire dall’alto e coinvolgere prima di tutto la mentalità di chi è al comando.
È così che la figura del dominus tradizionalmente intesa non è più sostenibile oggi. Non basta creare un gruppo di persone, per quanto organizzato, per avere una squadra. Non basta avere competenze giuridiche per essere performanti sul mercato e non basta fissare degli obiettivi per dire che si ha uno scopo comune.
DA GRUPPO A SQUADRA
Come nello sport, così in ogni altro settore, il passaggio da avere un gruppo di persone che lavorano sotto lo stesso tetto o con la stessa maglia avviene quando a quelle persone si da una vision comune, quindi molto di più di un obiettivo, una ragione per raggiungerlo.
Il gruppo lavora gomito a gomito, lavora vicino appunto, non è detto che lavori insieme.
Un buon gruppo ha regole comuni che ne scandiscono la vita e comincia a diventare un team nel momento in cui le persone sono dirette verso scopi comuni e sanno condividere il percorso per raggiungere tali scopi.
Il team così formato ha buone chanche di diventare una squadra se qualcuno al vertice saprà dare anima al team attraverso una vision, quindi degli scopi rivestiti di valore.
LA VISION CHE TRASFORMA
La vera trasformazione del team avviene con una vision comune e per avere ciò ci vuole un leader illuminato che sappia definire tale vision e condividerla con il team di lavoro. Parliamo di un leader, non di un boss. Il dominus vecchia maniera, di cui molti avvocati oggi sono i degni depositari, non aveva alcuna idea né volontà di leadership, forse con rarissime eccezioni personali. Il dominus accentrava su di sé tutto, non faceva circolare le informazioni, non considerava i suoi squadra, ma persone che lavorano per lui, non aveva una vision, ma era depositario di nozioni tecniche.
Oggi le cose stano diversamente. Da soli non si va più da nessuna parte e una squadra non solo va formata, ma va animata. Va data un’anima, una ragione superiore del perché stanno insieme e operano in una direzione. E poi va definita la direzione. La maggior parte degli studi sono barche ormeggiate al largo, che non vanno da nessuna parte; altre tentano azioni scomposte e vanno in realtà sempre più alla deriva; altre si sono arenate in cerca di porti sicuri e non sanno più come ripartire, se ripartire.
Cosa manca in tutti questi casi? Manca un senso a ciò che si fa, una direzione, uno scopo che unisca le anime delle persone e le loro fatiche. La corporate identity, il senso di appartenenza verrà conseguentemente. Ma chi può far scoccare la scintilla? Chi può avviare i motori di questo viaggio? Il leader, colui che occupa una posizione di guida e in cui gli altri ripongono aspettative e fiducia.
LA SFIDA DEL SETTORE LEGALE
Certo è che la sfida in questo settore è particolarmente ardua. Si parte da decenni, per non dire secoli, di tradizioni esattamente nella direzione opposta: individualismo, sfida di competenze, lavoro in prima persona. Proprio per questo, chi intraprenderà questo cammino troverà molte resistenze, culturali, sociali e individuali, ma se saprà tenere duro perché crede in ciò che fa, troverà anche la chiave di volta del cambiamento. Il punto di partenza non sono cose materiali quali l’organizzazione intesa come regole, oppure come location o simili, ma cose impalpabili dall’inestimabile valore.
Perché state facendo l’avvocato? Cosa vi anima? Quale futuro immaginate per voi e per il vostro studio? Con chi vorreste affrontare questo viaggio? Che tipo di organizzazione pensate di voler diventare? Cosa pensate di portare al mondo con il vostro lavoro? Quali sono i valori che guidano la vostra azione?
Ecco alcune delle domande a cui sarebbe opportuno rispondere. Domande che se lasciate risuonare dentro aprono abissi e insieme scenari. È qui la soluzione, in ciò che non vedi di solito, in ciò che è difficile per tutti vedere, in ciò che nessuno crede ora così importante.
Niente di materiale come punto di partenza, mi raccomando, niente di materiale. Le cose materiali arriveranno, come soldi, persone, attività, scadenze, impegni. Non temete, arriveranno quelle. Ma non sono il punto di partenza. Il punto di partenza è la vision.
LA VISION DELLO STUDIO LEGALE
La vision è il futuro rivestito di significato. Non significa solo immaginare il futuro, significa immaginare un futuro affascinante per noi e per chi sta con noi. La vision motiva le persone e quando la vision è ricca di significato, di senso, di valori rappresenta la calamita che attrae a sé tutti gli sforzi. Un leader sa immaginare e dare senso, sa condividere e coinvolgere, sa arricchire di valore quello scenario in modo che tutti possano sentirsi attratti senza necessità di essere spinti.
Ebbene tutto questo come si traduce in ambito legale?
Se partiamo dal fatturato, se partiamo dai soldi non arriveremo da nessuna parte. I soldi sono uno degli obiettivi, e sarebbe meglio dire risultati, del lavoro guidato da una vision. È dall’identità delle persone che bisogna partire: Chi ti senti e chi vuoi essere? Con questo lavoro cosa vuoi realizzare? Come ti piace essere riconosciuto?
Portate ora allo studio queste domande individuali: Che cosa vuole realizzare lo studio in cui lavorano persone unite da uno scopo comune? In cosa si vuole distinguere sul mercato? Che tipo di clima vuole realizzare all’interno, perché le persone che vi lavorano si possano realizzare? Quali valori guideranno lo studio? Come sarà tra 10 anni? Cosa faremo perché ciò accada?
NON UNA GARA, MA UN PERCORSO
In ambito legal negli ultimi anni la competizione è aumentata e l’individualismo ha assunto una nuova veste: da naviganti solitari nel mercato legale si è diventati accaniti competitori. Oramai sembra tutto una gara, un voler vincere su qualcuno, voler arrivare prima, voler eccellere. Ci sta nel libero mercato e si chiama competizione. Il punto è che se alla competizione manca l’anima, resta fine a sé stessa. Cosa intendiamo con ciò: che voler migliorarsi va benissimo, voler fare meglio dell’altro va benissimo, il punto è che se non si è mossi da qualcosa di più che dalla semplice competizione resta tutto senza un vero senso. Sarà il voler realizzare un sogno, voler concretizzare un ideale, voler portare al mondo qualcosa di nostro che resti a fare la differenza. Nello stesso tempo, allora staremo gareggiando, ma sospinti da un ideale, da uno scopo che ci realizza e che ci fa andare avanti anche davanti alle difficoltà.
Fermatevi un attimo, allora, è invece di cercare nelle cose che si vedono, nelle cose materiali, nel “contro qualcuno” il senso del vostro agire, cercatelo nei vostri sogni, nelle vostre passioni, credeteci e fatevi guidare da essi; e poiché da soli non si va lontano, sappiateli condividere autenticamente con altri, in modo che coloro che sentiranno risuonare in sé le stesse corde si sentiranno attratti e saranno i primi a seguire la vision per realizzarla, perché realizzandola realizzeranno sè stessi. Niente più controlli, niente più premi per motivare, niente più affanni inutili, solo sano lavoro per realizzare ciò che merita la nostra vita e la vita del nostro progetto chiamato studio legale.
| a cura di Mario Alberto Catarozzo – Business Coach, Formatore, Consulente marketing
| leadership-avvocato
Gestionali per studi e uffici professionali
Hai bisogno di nuovi strumenti per aumentare la produttività del tuo studio?
Chiamaci a questi numeri 0815374534 o 3927060481 (anche via whatsapp)
Lo staff di Safio ti aiuterà ad individuare la soluzione più adatta alle tue esigenze