Come l’avvocato può utilizzare il web nella professione

a cura di Mario Alberto Catarozzo – Business Coach, Formatore, Consulente marketing
Siamo proprio sicuri che l’avvocato non si cerchi sul web?
Che il passaparola sia ancora l’unico canale vero di engagement di nuovi clienti?
Decisamente possiamo rispondere di no. Le cose sono andate così per molti anni e hanno caratterizzato la storia di generazioni di professionisti, ma con la rivoluzione digitale del XI secolo lo scenario è decisamente cambiato. Anche per l’avvocato, come per il resto del mondo business, il web rappresenta il presente e il futuro, il luogo di incontro di domanda e offerta di servizi professionali. Non essere presente sul web per uno studio professionale è come non avere lo studio.
È sufficiente questo per essere al passo con i tempi e quindi competitivi nelle nuove dinamiche di business?
Di nuovo la risposta non può che essere no. Avere un sito e non avere una adeguata presenza sui social network è come avere lo studio senza alcuna indicazione di dove si trovi e come si possa raggiungerlo.
Quando avete messo in piedi il vostro studio legale vi siete premurati di fare una targa da attaccare alla porta di ingresso, poi un’altra da mettere vicino ai citofoni fuori dal palazzo, giusto?
Ebbene qui funziona allo stesso modo, solo che la targa non è più in plexiglass o in ottone, ma è rappresentata dall’account su Linkedin, su Facebook, su Twitter o su Youtube.
Vi ricordate il tempo speso per farvi fare i biglietti da visita?
Normalmente dove la fantasia ha spaziato nella scelta del font con cui far stampare il proprio nome?
Ecco, quell’attività oggi si è trasformata nel definire il logo di studio, la sua creatività quindi, fatta di scelte legate al font, ai colori, ad un simbolo.
Il vostro biglietto da visita, la vostra attività professionale e il passaparola hanno costruito per generazioni di avvocati il “nome” dell’avvocato. I clienti si rimbalzavano le informazioni su di voi e vi mandavano altri clienti speranzosi di capitare nelle mani giuste per curare i propri interessi. Ebbene quel “nome” oggi si è trasformato nel “brand”, che indica non semplicemente il marchio o logo identificativo del vostro studio, bensì lo stile, i valori e lo standing. Questi sono i nuovi elementi che accompagnano la professione oggi e permettono all’avvocato di comunicare all’esterno la propria presenza, il proprio valore, i servizi offerti e gli elementi di differenziazione rispetto agli altri.
A COSA SERVE IL WEB PER L’AVVOCATO
Se un tempo omologarsi poteva essere una carta vincente, nel senso che si cercava di far parte di una categoria offrendo servizi legali dove il nostro impegno era fondamentalmente legato alla qualità della preparazione professionale e quindi alla “bravura”, oggi la direzione deve essere un’altra se vogliamo essere competitivi e fare un sano business con la nostra attività. Chiariamo subito che non stiamo dicendo che la preparazione non è importante, anzi esattamente il contrario: la preparazione è fondamentale, ma non basta più.
In un mondo fatto di comunicazione, di big data, dove i nostri potenziali clienti sono tartassati ogni giorno da migliaia di input e non sanno distinguere l’uno dall’altro, non sarà certo la qualità a fare (purtroppo) la differenza. La qualità dovrà esserci, altrimenti non si va lontano, ma sarà la comunicazione a fare la differenza.
Essere bravi è la base, saperlo valorizzare con la comunicazione è ciò che farà la differenza.
Inoltre oggi, nella complessità delle dinamiche comunicative del web sarà la capacità di differenziarsi a renderci visibili e unici. Bisogna quindi prima di tutto capire in cosa ci possiamo distinguere dagli altri, cosa abbiamo di unico, come possiamo comunicarlo per farlo arrivare ai destinatari.
Il web serve dunque per essere trovati dai prospect, per attuare l’incontro tra domanda e offerta, per comunicare chi siamo, cosa facciamo, perché venire da noi. Il web serve a fare business e ad attivare quel famoso passaparola che oggi è digitale, più che analogico.
COME UTILIZZARE IL WEB PER LA PROFESSIONE
Vediamo come può essere utilizzato il web da uno studio legale perché sia davvero uno strumento efficace.
Sono tre le fasi necessarie da affrontare:
- Definire gli obiettivi, rispondendo alle domande “cosa vogliamo ottenere” e “perché vogliamo utilizzare il web nella professione”. Le risposte devono essere ponderate e non buttate lì velocemente, concrete, specifiche e circostanziate.
- Definire come vogliamo essere percepiti, quindi quale vogliamo sia l’immagine di noi stessi sul web.
- Definire la strategia, quindi quali strumenti utilizzare e con quale ordine di priorità (piano di azione).
A queste tre fasi seguiranno le verifiche periodiche dei risultati per apportare cambiamenti in corsa. Il web dunque non va inteso come qualcosa di superfluo, che poiché è gratuito allora posso metterci su ciò che capita, senza una strategia predefinita, basta esserci e fare un po’ di rumore. Il web è un luogo che va vissuto, fatto di relazioni, di strategie, di scelte. Il web inoltre ha un proprio alfabeto, per cui non va bene cercare di applicare le conoscenze che abbiamo del mondo analogico al web. Anche l’avvocato deve conoscere l’ABC del web per poter fare scelte, commissionarle ad esperti e verificarne la bontà. Non sapere nulla del web è come per un ingegnere entrare in un’aula giudiziaria a fare un’udienza…direbbe cose a caso.
IL SITO INTERNET DELLO STUDIO LEGALE
La presenza sul web è importante, a condizione che sia di qualità. Piuttosto che fare le cose a metà non fate proprio nulla, altrimenti. Di qualità vuol dire che il sito deve essere creato con le ultime tecnologie in modo che sia responsive, quindi si adatti ai device mobili, e che sia geneticamente strutturato per la SEO, cioè per il posizionamento sui motori di ricerca.
Potete scegliere tra tre diverse tipologie di siti:
- Siti in parallax, quelli che si scorrono verticalmente.
- Siti a tiles, fatti cioè a tegole o mattoncini, che sono di maggior impatto grafico e di più facile navigazione.
- Siti tradizionali dove le pagine si aprono con click successivi.
Potete inoltre optare per due funzioni del sito:
- Sito vetrina, cioè il sito dove inserirete la descrizione dello studio, le aree di competenze, i professionisti e i contatti, dopodiché non lo toccherete più.
- Sito che sviluppa business, dove inserirete anche sezioni dedicate agli articoli, alla press, ai video, agli ebook.
La seconda tipologia richiede un’organizzazione all’interno dello studio, perché è necessario che si producano costantemente contenuti finalizzati in una strategia di comunicazione. La struttura del sito sarà determinante, perché l’albero di navigazione indicherà le pagine di primo livello (inserite nel menù) e le pagine di secondo e terzo livello, in uno sviluppo ad albero, appunto. Ciò sarà necessario per dare un ordine e un livello di priorità ai contenuti.
Diversa è invece la usability, cioè la facilità di utilizzo e indica come ci muoveremo da una pagina all’altra del sito. Ricordiamoci sempre che il tempo dedicato ad un sito, ad un articolo è pochissimo e le persone vogliono raggiungere velocemente e facilmente le informazioni, altrimenti andranno verso altri lidi. Per questa ragione il menu deve sempre essere visibile, in ogni punto del sito, per permettere una facile navigazione dello stesso.
I SOCIAL NETWORK PER LA PROFESSIONE LEGALE
La presenza sui social network è il completamento naturale della presenza sul web dello studio legale. Le domande che dobbiamo porci, allora sono quali social scegliere e come utilizzarli.
LINKEDIN
Per la tipologia di social decisamente è fondamentale Linkedin per l’avvocato. Linkedin è il social network professionale per eccellenza, che garantisce la nostra presenza stile profilo professionale e la presenza del nostro studio, stile company profile. Si possono infatti avere due presenze su Linkedin: quella personale, con un account del nostro profilo personale, dove inserire i nostri dati ed esperienze e quella dello studio, con il company profile, dove inserire le informazioni riguardanti lo studio. Si chiamano “profilo” la prima e “pagina” la seconda.
FACEBOOK
La presenza su questo social network deve avvenire sotto forma di “pagina”, cioè di profilo di studio e non tanto di profilo personale. L’opportunità dio essere presenti o meno dipende dal target a cui si rivolge lo studio: se il target sono i singoli privati ne vale la pena, se invece il target è aziendale, vanno fatte le opportune valutazioni.
TWITTER
È questo un microblogging interessante per chi pubblica molto spesso e vuole une comunicazione veloce e mirata. Diciamo che può servire più per un commercialista o consulente del lavoro che si occupano di novità normative continue, che non un avvocato. Ma anche qui va fatta una valutazione strategica di opportunità.
YOUTUBE
Decisamente consigliata è l’apertura di un canale Youtube per lo studio legale, magari organizzato in playlist. I video sono tra i contenuti più seguiti sul web, perché veloci, di facile fruizione ed emotivamente più coinvolgenti. Per un avvocato ciò vuol dire metter clip di eventi, seminari, oppure pillole di approfondimento o di commento.
PODCAST
Ultimo e più recente strumento di comunicazione che si sta affermando molto è il podcast, cioè i file mp3 audio, con cui si possono fare interviste, commenti, trasmettere aggiornamenti, in modo da poter rimanere in contatto continuo con i propri interlocutori.
In conclusione, il web è un universo fatto di relazioni, scelte, comunicazione, strategie e business.
Ciò che conta è avere un progetto e saperlo portare avanti con costanza.
| Mario Alberto Catarozzo
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