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Ogni qual volta di parla di diritto e di legge il cittadino comune comincia a preoccuparsi e non tanto per il, contenuto, quanto per la forma. Diritto spesso è sinonimo di criptico, complicato, riservato solo agli addetti ai lavori. L’uomo della strada, e con esso comprendiamo tutti coloro che non sono avvezzi a maneggiare norme e codici, tendono a non capire il linguaggio e spesso la stessa forma con cui le norme sono elaborate.

Il Legal design

Stiamo parlando di un nuovo trend o, se preferite, di una nuova disciplina, che ha come scopo semplificare il diritto in tutte le sue applicazioni, rendendolo più immediato e comprensibile all’utente comune. Il legal design, come la stessa espressione fa intuire, si focalizza prima di tutto sulla forma che gli atti e i documenti possono acquisire: modelli, tabelle, infografiche, icone, grafica, colori, organizzazione degli elementi. Insomma, prima ancora di intervenire sui termini utilizzati, cominciamo ad intervenire sul packaging, sul come vengono confezionati i documenti e gli atti.

A molti questa tendenza potrà sembrare inizialmente di poco conto e addirittura bizzarra, ma poi quando un avvocato comincia a mettere mano con la forma degli atti si rende immediatamente conto di quanto non sia abituato a curarla e badi più alla sostanza che alla forma. Ci sono, tuttavia, situazioni in cui la forma diventa sostanza, perché se un atto non è leggibile e comprensibile è inefficace, quindi inutile per l’utente.

Se ci addentriamo di più nel cuore di questa disciplina che a sua volta attinge il sapere a più discipline (marketing, design, diritto, web, comunicazione, psicologia) comprendiamo come la finalità vada ben più in là del semplice semplificare la norma e l’atto, comprendendo un nuovo modo di ragionare e di comunicare, una vera nuova “architettura” del ragionamento giuridico. Il consiglio è di avvicinarsi il prima possibile a questa disciplina, anche per chi deve ancora fare l’esame di avvocato, perché sappiamo bene che la forma è importante quanto il contenuto nella correzione dei compiti, così come per il giudice la forma di un atto può predisporlo o indisporlo nell’esercizio delle sue funzioni.

Proviamo a pensare quanto è poco frendly per il cittadino la normativa sulla privacy, al punto tale da dover spingere il legislatore a più riprese a intervenire per semplificare la normativa e per imporre agli addetti ai lavori di renderla il più chiara possibile, anche mediante l’uso di modelli, icone, simboli e quant’altro possa rendere più immediato e comprensibile il contenuto.

Che dire, poi, delle condizioni generali di contratto che si riportano per pagine e pagine in calce ad accordi con banche, assicurazioni e molteplici altre situazioni in cui il cittadino firma senza aver né letto, né tantomeno capito. Una forma linguistica e di stile grafico poco comprensibile vuol dire inficiare il senso stesso del diritto, che dovrebbe essere quello di mettere in condizione i destinatari di conoscere, capire e poi poter decidere.

Il web e le nuove tecnologie non hanno inizialmente facilitato il compito, in quanto ci siamo trovati a doverci districare tra nuove normative italiane e comunitarie, a cui dare una risposta spesso con un semplice flag, velocemente e tra mille input diversi.

Ultimamente le cose stanno cambiando, perché l’utente vuole sempre più spesso capire cosa sta firmando, capire con cosa ha a che fare, sia nelle relazioni con la pubblica amministrazione, che con i consulenti privati (avvocati, consulenti del lavoro, commercialisti, notai).

Perché semplificare il diritto

La pubblica amministrazione è da anni che ha intrapreso questa strada della semplificazione degli atti amministrativi, pensate alle multe dove ci sono tabelle che spiegano come pagarle, i tempi e le modalità, spesso utilizzando icone e disegni. Stessa cosa per ciò che riguarda la privacy, dove le Informative Privacy ben fatte presentano anche uno stile grafico che le rende più piacevoli da leggere, più comprensibili e immediate. Tornando alla pubblica amministrazione, considerate anche le locandine e i poster affissi negli uffici pubblici dove si chiariscono in modo grafico e schematico orari, location, modalità per accedere ai servizi pubblici e la stessa cosa avviene poi a livello di web tramite i relativi siti internet.

Al termine dell’utilizzo del servizio pubblico, poi, la pubblica amministrazione richiede un feedback mediante le famose tre faccine di colore diverso e con espressioni diverse da flaggare a seconda che riportiamo una esperienza ottima, buona o insoddisfacente.

Avvocati e legal design

La domanda che a questo punto è lecito porsi è cosa stanno facendo i consulenti privati dei cittadini, in particolare gli avvocati. Per molti utenti parlare di atto di citazione, di decreto ingiuntivo, di rinvio dell’udienza, di termini di scadenza per il deposito degli atti, di notifica a mezzo ufficiale giudiziario e così via, è un vero punto interrogativo. Ma anche avvicinandoci a chi il diritto lo mastica di più, come possono essere i manager o addirittura i giuristi d’impresa, spesso anche per loro i pareri specialistici che vengono consegnati dai propri legali sono illeggibili o comunque poco utilizzabili, perché scritti in giuridichese eccessivo, perché troppo lunghi o troppo articolati. Anche in questi casi c’è bisogno di semplificazione. Consideriamo, prima di ogni altra cosa, che quando l’interlocutore è messo nelle condizioni di capire facilmente, di farsi un’idea, sente di avere la situazione sotto controllo e di poter decidere a ragion veduta. Questo piace a tutti, perché non ci si sente tagliati fuori e in balìa di altri. In altre parole, mettere i propri clienti nella condizione di capire + oggi un punto di forza per l’avvocato, in quanto il cliente sente maggior fiducia nei confronti del consulente che lo coinvolge, gli fa capire, spiega e rende partecipe. Sono finiti i tempi di manzoniana memoria dell’azzeccagarbugli che, invece, faceva del sapere una questione di forza e della complicazione un metodo per esercitarla.

Come fare dunque a rendere atti, pareri e ogni altro contenuto giuridico più comprensibile e accessibile? Oggi esiste una tendenza, che è diventata una disciplina, chiamata legal design.

Contenuti del Legal design

Questa disciplina si occupa non solo di forma, ma anche di contenuto che assume una forma. Vediamo nello specifico cosa comprende il legal design:

La forma o design: si tratta di fornire un contenuto con una forma che lo renda di immediata comprensione (tabelle, grafici, infografiche, icone, disegni, box di sintesi etc.).
Linguaggio: si tratta di lavorare sulla terminologia utilizzata, sostituendo termini criptici con altri più esplicativi (magari accompagnati anche da icone e immagini rappresentative del contenuto).
Struttura: consiste nel dare ad un atto documento una sequenza logica, dove l’ordine delle informazioni è fondamentale.
Editing: si tratta di dare rilevanza ad alcuni contenuti mediante grassetti, dimensioni del corpo, cambio di font e, se l’atto è digitale, link di rinvio.

Ciò che, invece, non è il legal design è semplice forma estetica che non incide sul contenuto, come per esempio l’interlinea, oppure l’impaginazione.

Legal design vuol dire la forma che diventa contenuto e che diventa maggior comprensione, efficacia e partecipazione.

Gli avvocati avranno da divertirsi nel 2022, perché legal design vuol dire anche creatività, capacità di sintesi, di semplificare, di parafrasare, di spiegare e farsi capire, doti non sempre comuni al mondo legale.

20/12/2021
| a cura di Mario Alberto Catarozzo – Coach, Formatore, Consulente – CEO di MYPlace Communications
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